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Comunicato stampa

L’analisi dell’emergenza

C’è l’analisi, preoccupante, dell’Istat. E ci sono le imprese che hanno resistito prima e guardano con fiducia al rilancio ora. A raccontare resilienza e ripartenza di questi mesi per Latteria Soresina, nel corso del dibattito #cipuoicredere, promosso insieme a Confcommercio e dal gruppo panificatori è stato il direttore generale Michele Falzetta: «Anche Latteria Soresina nel periodo di massima criticità della pandemia, come tutti, si è trovata a gestire una serie di emergenze. Il primo passo per noi era mettere in sicurezza i dipendenti. Abbiamo da subito applicato protocolli ancora più restrittivi di quelli previsti dalle normative. Penso alla organizzazione, in modo scrupoloso, delle turnazioni di quelle persone che avevano situazioni di salute proprie o dei familiari dubbie».

L’altra urgenza era quella dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuali: «Non si trovavano mascherine ed igienizzanti a sufficienza. Avevamo bisogno di 3.000 mascherine ogni settimana, introvabili a qualsiasi prezzo. Ci siamo così organizzati per autoprodurceli, ovviamente con standard di sicurezza adeguati. Parallelamente abbiamo incentivato ed organizzato lo smart working, affrontando la difficoltà di reperire velocemente, sul mercato, nuovi pc portatili».

L’altra urgenza, la riorganizzazione produttiva: «Se da una parte ha visto alcuni reparti sofferenti per la mancanza per malattia di quasi il 30% del personale, dall’altra ha dovuto affrontare richieste dei supermercati in alcuni casi del 200/250% superiori alla norma e per contro ordini tagliati e bloccati per i prodotti destinati ai bar, ristoranti ed altri locali pubblici. Nello stesso tempo abbiamo deciso di destinare parte del budget delle attività di marketing attraverso donazioni di queste produzioni alle associazioni umanitarie impegnate verso le famiglie bisognose o agli ospedali da campo. Tutto ciò continuando a fare impresa, a produrre alimenti fondamentali ed a consegnarli anche nelle zone rosse.»

«Ricordo la collaborazione con i prefetti per gli urgenti permessi straordinari necessari per poter valicare i posti di blocco intorno a queste zone – conferma il direttore di Latteria Soresina — e il coraggio dei nostri venditori che, per quanto protetti, dovevano continuare il loro servizio in territori che presentavano scenari inimmaginabili solo qualche giorno prima.
Ora del Coronavirus abbiamo imparato qualcosa, ma in quel periodo c’era solo buio, paura e ospedali sovraccarichi. D’altro canto il prodotto alimentare non può aspettare. Chissà cosa sarebbe successo se i supermercati fossero rimasti veramente vuoti di alimenti… Non abbiamo mai sprecato una goccia di latte conferito dai nostri soci, non abbiamo mai tagliato alcun ordine e gestito con grande collaborazione della distribuzione eventuali inevitabili ritardi di consegna».

Di quei mesi Falzetta ricorda le decisioni coraggiose. «Non abbiamo mai pensato di restare in attesa ma abbiamo affrontato faccia a faccia ogni difficoltà sopraggiunta. Nel frattempo, mentre i supermercati erano più impegnati a gestire la forte richiesta a discapito di inserimenti di innovazioni che si riducevano drasticamente, abbiamo continuato a progettare e ad investire sugli sviluppi, non solo di prodotto ma anche di processo, guardando al nostro futuro, a quello delle nuove generazioni e alle sfide della sostenibilità. Non sto parlando solo di quella economica sempre più richiesta di efficientamenti, ma soprattutto alle sfide ambientali e sociali che dovremo affrontare. Abbiamo constatato da questa esperienza – tracciando un bilancio non solo sul piano economico – di avere intorno persone solide, resilienti e capaci, dai nostri lavoratori ai nostri soci, dai nostri fornitori, alle istituzioni e a tutto il resto del tessuto sociale che ci circonda. Posso dire che abbiamo toccato con mano il vero valore di quel capitale intangibile che non si vede dai bilanci: sto parlando del valore delle persone e della loro capacità di fare sistema, sia a livello aziendale ma soprattutto a livello sociale complessivo». Valutazioni di cui tenere conto anche in futuro. «E’ questo – conclude Falzetta – che va nutrito, attraverso la diffusione di quella cultura e quei valori che la pandemia ha esaltato e che possiamo dire, con ancora più  convinzione, che ci appartengono nel profondo, mostrando fiducia ed aiuti concreti a coloro che hanno dimostrato, di fronte a tutto ciò, di avere grandi capacità e grande forza».


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